sabato 19 dicembre 2009

“Presentimenti” letti da T. Kemeny il giorno 17.XII.2009, alla Casa della Poesia di Milano, in occasione dell’evento Kaleidoscope in cui il grande pianista Antonio Ballista ha eseguito musiche di Rameau, Poulenc, Satie, Rossini e altri alternandosi alle letture poetiche di Milo De Angelis, Tomaso Kemeny, Vivian Lamarque, Giancarlo Majorino, Roberto Mussapi e Antonio Riccardi.

Presentimenti in dodici frammenti e un’ouverture
per Antonio Ballista


Ouverture
L’uomo contemporaneo
non ritrova l’albero della vita
e in esilio non toglie
il velo dal volto della morte.

Incendiando l’immaginazione dell’uomo
la donna cattura
la colomba nascosta
nel bosco dell’amore

Inseguendosi
l’uomo e la donna
scoprono parole
vive nel cristallo del ghiaccio
e seminano nel vento
l’esultanza dell’acqua
per giungere alle stelle.


1.
La mano del pianista
il silenzio trascolora

Il colore
nello specchio
in ogni sillaba
infranto,
s’appanna

La mano del pianista
tende all’infinito

ma oltre la nostalgia
dell’immagine sonora
assoluta
non approda

2.
anche in tempi di carestia
meteore della bellezza impossibile
scuotono la chioma

la nuda solitudine
è radiosa
tra leonesse
pietrificate
senza pudore

3. In silenzio le Muse
giocano alla mosca cieca
oltre le nubi di fuoco

Ma sono le Sirene
a incantare il marinaio
inavvertitamente fuori dal mondo
sulla nave bianca della Luna
dal desiderio scarnita
e a un filo della memoria

oltre le cortine del giorno
appesa

4.
Se la terra è chiusa
al meraviglioso
il pianista
con una mano ora solleva
le saracinesche
al di là della cortina
di tenebra

L’altra mano
si scatena immersa
nella criniera di leoni
nonstop.

5.
A nulla serve
ribellarsi :


i suoni cadono
come mosche
sui Venerdì Santi
o come sciabolate
sulle orecchie

quando non è
Antonio Ballista
al piano

6.
Nello sguardo delle Pleiadi
tra i succulenti frutti della vita
e i sudari della morte
si leggono presentimenti
d’infinito
se in un frammento
di poesia
la musica alla musica
si riannoda


6. bis
Frammento di poesia
sei senza fondamento
se subito alla musica
non ti riannodi.

7.

Sul pentagramma
del cielo di Milano

tra le nuvole
prendere la forma
dell’Aeolian arp
di Henry Cowell

scoprire poi
tracce del Ballabile
di Emmanuel Chabrier

tra i duri sogni
delle case di pietra
frammento interminato,
hai sapore di tempesta…
….
8.
Qui nei “presentimenti”
il nome inciso
s’invigorisce
fino al midollo-ritmico.


9.
Oltre le bambagie del sincopato,
il pianista
indossa una maschera
di nuvole bianche
e sogna germi del futuro
in musica
rendendo demoniaco
il nucleo del tempo post-umano


10.
“Dopo di noi non c’è nulla…
nemmeno il nulla,
che già sarebbe qualcosa”.
Quest’idea frulla
scema come una rosa invisibile
nella mente
del Conte di Kevenhuller;
per lui si evoca l’ancheggio
di un’ancella cresciuta
nell’orgia e nella deboscia
che con sale e pepe scroscia
nel vicolo allegro
il tempo scandito da timpani,
glockenspiel, xilofono,
tam tam, grancasse, campanacci
intervallati da piatti,
nacchere, fruste, martelli,
due arpe, archi e celesta
ma prima che la visione sia spenta
esigo un sorbetto alla menta.

11.
Tenero, negletto universo
dei timbrici impasti-
sorride
sotto le dita dionisiache del pianista
nello stupore di percezioni
virginee, e paradossalmente
cristalline.

Tenero, paradossale universo
degli impasti timbrici-
a infinita distanza
spazio/temporale
dalle ore, giorni e anni
prosasticamente
sbranati dai cani.

12.
Non il caos
ma la mostruosità
dell’informe
si arrende
a un raggio di bellezza
ora che il ritmo
segna i limiti
di un cosmo
sulla mappa
di questa notte
indimenticabile.

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